venerdì 29 maggio 2020

Sartre

Info biografiche
1905-1980
Filosofo, scrittore, drammaturgo
1940 partecipa alla resistenza contro l’occupazione nazistaè schierato con De Gaulle
È molto critico verso il comunismo da cui si allontana e si riavvicina
1964 rifiuta il Nobel per le parole come simbolo di ribellione
1968 partecipa a delle manifestazioni in cui viene incarcerato e successivamente liberato da De Gaulle “Non si incarcera un Volterra”
Fa parte della corrente dell’esistenzialismo
Esistenzialismo Negativo (distruttivo, pessimista, critica radicale) 
1938 scrive “La Nausea” un romanzo di risonanza mondiale in cui vengono trattate le tematiche dell’esistenzialismo: assurdità dell’esistenza: non c’è un senso nella vita, in quest’opera il protagonista cerca di dare un senso alla vita ma non ci riesce questo gli provoca un senso di nausea 
“L’essere e il nulla” scritto nel 1943= essere e tempo, in questo libro ritorna il concetto di assurdità dell’esistenza, accompagnata dal concetto di ateismo: Dio come “passione inutile”, illusione creata dall’uomo destinato allo scacco (fallimento).
 Passaggio in cui si parla della relazione con gli altri: l’Io nasce come coscienza chiusa in sé, solitaria (richiamo a Cartesio) il contatto con gli altri avviene solo se “catturato” dallo sguardo di altri 
L’immagine che lo rappresenta è l’uomo che guarda dalla serratura finché non viene colto da qualcuno che passa in corridoio, solo a quel punto diventa cosciente di sé, del proprio io.
Sviluppo di un’auto coscienza progressiva non innata. Questa autocoscienza e la presenza di altri esseri giudicanti limita la mia liberta e il mio approccio egocentrico e utilitarista alla realtà viene offeso dalla teoretica. - atteggiamento pratico pragmatico dell’uomo verso il mondo non teoretico Conflittualità tra singole individualità  (l’altro è sempre un limite alla mia libertà assoluta) 
“A porte chiuse” scritto nel 1944 è un’opera teatrale “L’inferno sono gli altri”
L’esistenzialismo è un Umanismo 
Conferenza a Parigi nell’ottobre del 1945 
Grande fama 
Opera divulgativa unita alle reazioni alle critiche all’esistenzialismo di essere pessimista e nichilista
Tesi principali 
Esistenza che precede l’essenza 
Non ci sono caratteristiche predefinite che determinano l’uomo. Esso si crea da sé, con i suoi progressi 
Ateismo 
Assoluto perché se ci fosse Dio ci sarebbe un’essenza definita dell’uomo sulla base della quale egli è stato creato (collegamento alla “Morte di Dio” di Nietzsche) 
Libertà umana incondizionata 
L’uomo è condannato a essere libero, però è schiacciato dal peso della libertà e possiede la responsabilità umana totale per ogni sua azione, non esistono condizionamenti 
Tematiche esistenzialiste concetti chiave per evitare una semplificazione 
Angoscia (Kierkegaard) deriva dalla libertà completa, solitudine assoluta 
! non drammatizzare l’angoscia 
Malafede (inautenticità, Kierkegaard) mascheramento di chi nasconde l’angoscia a sé stesso e non la riconosce. Chi afferma per esempio l’essenza dell’uomo, valori morali a priori o passioni a cui dare la colpa
       !  no tappe, no canovaccio, no itinerario 
Disperazione (Kierkegaard) difesa delle critiche mosse da 
o COMUNISTI: troppo focalizzato sui singoli, Marx parlava di classi ai gruppi 
o CATTOLICI: per ateismo e pessimismo 
o Condanna ad agire senza la possibilità di una speranza, in assenza di valori superiori Nietzsche

Sartre e la libertà 
Esistenza che precede l’essenza 
Tuttavia ci sono dei VINCOLI: le situazioni I legami sociali, le esperienze personali/familiari, ambiente geografico. 
Per Sartre questi condizionamenti non ci determinano in tutto, nonostante i vincoli grazie all’immaginazione l’uomo trascende la realtà.
All’uomo tutto è possibile tranne che non essere più libero:
Filosofia dell’impegno: l’uomo deve mettere la propria libertà a servizio della società visione più positiva degli altri coscienza del fatto che l’uomo non è Dio, non ha una libertà assoluta perché ci sono gli altri 

venerdì 1 maggio 2020

Husserl e il pensiero della crisi

info biografiche

·         Nasce in Moravia 1859
·         famiglia benestante ebrea
·         studia matematica
·         vive a Vienna e segue le lezioni del filosofo Brentano
·         insegna a Gottinga, Halle, Friburgo
·         viene destituito dal suo incarico perché ebreo
·         muore nel 1938


Husserl è fondatore e maggior rappresentante del movimento fenomenologico del tempo.

La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale frutto di due conferenze tenute nel 1935 a Vienna e a Praga.
In essa si può cogliere il senso della sua riflessione sulla civiltà europea che potrà risollevarsi soltanto se riuscirà a recuperare il fondamento umano dei propri valori.
Husserl denuncia la perdita del significato umano della scienza, la quale è ormai diventata una mera scienza dei fatti e non è in grado di dare risposte alle domande fondamentali dell'esistenza. Inoltre Hussler afferma che la scienza ha elaborato una conoscenza astratta e matematica della natura, la quale ha sovrapposto un insieme di idealità astratte alla concreta esperienza vissuta,pertanto occorre inaugurare una filosofia che riscopra il senso perduto delle cose in relazione alla soggettività.

Il metodo fenomenologico di  Hussler si basa sull'epoché, ovvero la sospensione della fiducia nella presunta oggettività del mondo che consente di ritrovare la base originaria e precategoriale della conoscenza, cioè la dimensione dell'intenzionalità, la quale presenta una correlazione tra una polarità soggettiva chiamata noèsi: atti di coscienza, e una polarità oggettiva chiamata noèma: le varie modalità di apparizione delle cose in relazione agli atti intenzionali del soggetto.
Inoltre permette di descrivere il processo di costituzione del senso delle cose nelle sue varie stratificazioni, mostrare le strutture essenziali dei vissuti intenzionali grazie all'intuizione eidetica.
Mette anche alla luce il mondo della vita, cioè  il mondo prescientifico delle emozioni, dei bisogni, del vissuto concreto, in esso il soggetto è già da sempre in relazione agli altri in una dimensione intersoggettiva.

venerdì 3 aprile 2020

Bergson

Bergson
Francese di origine ebraica rimane in Francia anche da quella occupazione nazista studia fisica
matematica e psicologia sperimentale/associazionistica.
- associazioni tra stato fisico interiore quantificare interiore attraverso l'esteriorità - - idee prima positivista poi si accorge che la coscienza funziona in modo completamente diverso dalla fisica
-1889 scrive il saggio sui dati immediati della coscienza
- intelletto: 
- intelligenza analitica 
-analizzare: scomporre cogliere le varie parti sopravvalutato dalla scienza 
-quantità numeri leggi confrontare con qualcosa di omogeneo 
-tempo spazializzato tra "Time":orologio linea del tempo 
-qualificazione del tempo perché é ricondotto allo spazio 
-omogeneità: sempre uguale 
istanti diversi l'uno dall'altro astratto 
Istanti legati da un rapporto c- e

Intuizione 
Intelligenza sintetica spirito non indagabile sintetizzare: cogliere il tutto come insieme omogeneo 
-qualità non spiegabile nelle persone
-no confronti possibili autenticità e originalità -tempo vissuto "Duree" durata reale 
-qualitativamente e significativo non si può manovrare
-Illusione e compenetrazione di tutti gli istanti: cristalli che si fondono nella mano di chi li raccoglie
-sogno: nel sogno il tempo è solo qualitativo 

-Proust (la ricerca del tempo perduto) 
- ripresa del tempo di Bergson
- "racconto delle Madeleine": esperienza qualitativa del senso 
- gioia/ estasi intensa interiore, non sezionabile, non è esteriore come credevano uno scienziato

Corpo fisico
- tempo specializzato 
-1896 Materia e memoria 

Coscienza
-  durata reale rapporto tra mente e cervello tra parentesi coscienza nella coscienza c'è molto di più di quello che c'è nel cervello anti-riduzionismo
-1907 evoluzione creatrice (Natura)= natura e no evoluzione--->  dare conto dell'evoluzione naturale attraverso un principio non determinista
Evoluzione naturale ma diversa da Darwin diversa dal finalismo
-creatrice
-libera 
-spontanea

no Libertà = determinismo
finalismo: fine estremo che determina dal principio la natura
Darwin: meccanicismo e causalità: determinismo i vari esseri non hanno libero arbitrio ma vengono selezionati dalle mutazioni casuali e dall'ambiente

nuova idea di evoluzione creatrice

  •  slancio vitale: immagine intuitiva- principio metafisico che spiega tutto lo sforzo e tutti i meccanismi naturali 
  • diversa dalla volontà di potenza e dalla volontà di vita
  • Creatività spontanea: durata reale 
  • Cieca, non è finalistica ma imprevedibile inaspettata 
  • semplicemente crea in tutti i modi possibili


  • Materia uguale se si oppone fa resistenza lo slancio vitale 
  • Resistenza 
  • slancio vitale = forza creativa intrinseca alla natura stessa 
  • la vita è l'evoluzione sono molto più simile al modo di evolvere del tempo vissuto, cioè crea a partendo da ciò che già possiede 
  • trasformazione graduale 
  • problema dello slancio vitale = la materia, il corpo fisico si oppone molto spesso a questa forza creativa 
  • esempio l'evoluzione è come muovere un braccio nella armatura di ferro lascia solo una traccia così lo slancio vitale lascia solo una traccia nella materia 
  • Darwin vuole spiegarlo solo con l'armatura di ferro senza alcun slancio forza esterna
  •  nell'evoluzione a causare l'estinzione delle specie solo la materia 
  • secondo Bergson l'uomo è il culmine dell'evoluzione perché a quello che meglio rappresenta lo slancio vitale 
  • diverso da Darwin che credeva fosse per la sua estrema adattabilità all'ambiente 

  • gradi di evoluzione secondo la libertà 
  1.  meccanismo fisico salto qualificati quali stativo qualcosa di completamente nuovo 
  2.  istinto scuro che si divide in intelligenza e intuizione 
  3.  intelligente, induzione forme della coscienza 
  •  l'intelligenza permette di cercare una soluzione ad un problema in modo pratico funzione pratica tecnica, progresso, scienza 
  • intuizione permette di indagare gli aspetti più intimi della materia: filosofia, religione, rapporti sociali, arte 
  • Problema della società = sbilanciamento verso l'intelligenza 
  • Soluzione= riequilibrare la società senza sbilanciarsi verso teorie il razionaliste come Nietzsche 
  • 1934 Le due fonti della morale e della religione: Bergson approda ai cristianesimo alla fine della sua vita ma non si converte era ebreo 
  •  la morale la religione sono due chiavi che tengono insieme alla società  minacciata dalla libertà stessa 
  • Infatti istinto 
  • società primarie formiche, api perfette, dare un ruolo ad ogni individuo 
  • problema: Maggiore evoluzione = Maggiore Libertà = rischio di autodistruggersi perché non c'è ordine 
  • società molto libere ma in pericolo perché non c'è ordine 
  • società chiusa = molto istintivo simile a quella animale sono formate da uomini che non hanno istinto, necessita di  ricreare l'abitudine.

Spiritualismo

Lo spiritualismo nasce in Francia nella seconda metà dell'800 e ha come maggior esponente Bergson.
 esso è una reazione al positivismo, ovvero è contro il sapere scientifico soprattutto contro la necessarietà della Scienza: ciò che non può essere diverso da ciò che è, a cui si oppongono i concetti di Libertà e Casualità.
Quindi 
Positivismo 
- Necessità
- catena casuale 
-c-e-c-e: metodo scientifico rigoroso che viene applicato all'uomo
Spiritualismo 
- libertà e casualità
-presenza di un'anima umana non indagabile con metodo scientifico 

Libertà 
Problema positivista: se tutto è necessario nessuno ha più la responsabilità morale delle proprie azioni, né in positivo né in negativo. Nessuno sarebbe più degno di lode o di biasimo

Lequier 1865
Due critiche al positivismo
Esistenziale:
-tristezza di riconoscete che tutto è necessario e determinato da cause precedenti 
-tutto il bene e il male sono confusi, hanno le stesso valore
-intuizione: certezza immediata non spiegabile razionalmente
Es: no io sono libero---> intuizione sintetico, coglie l'unità di qualcosa che sembrava scomposto 
Vs
Antiriduzionismo---> positivismo: poter ridurre/ condurre una teoria ad un'altra teoria.

Livelli di realtà 
T3: psicologia
T2: biologia
T1: fisica 
Riduzione: spiegare tutto attraverso le leggi fisiche 

Lo spiritualismo si ribella alle concezioni riduzionalistiche che non ammettono eccezioni e eliminano la scienza e l'anima.


mercoledì 18 marzo 2020

Freud

Info biografiche

  • Moravia 1856, genitori ebrei 
  • Neurologo 
  • lavora con Breuer al caso di Anna O.
  • fonda la psicoanalisi 

Pensiero filosofico 


Per Freud l’apparato psichico si suddivide in tre parti:
- es: si tratta dell’inconscio della nostra psiche, il quale è dominato dall’eros, ossia da forze libidiche, irrazionali, con lo scopo di ottenere gratificazioni. Dopo aver visto l’abitudine dell’uomo a compiere gli stessi errori anche dannosi, capì che l’eros era affiancato dal thanatos, una pulsione distruttiva e di morte.
- Io: si tratta del conscio della nostra psiche, il quale cerca di bilanciare il soggetto con l’ambiente circostante. Presiede il movimento e la lignua e reprime le forze.
- Super io: si tratta della coscienza morale, ossia l’insieme delle regole morali ed etiche. Essa si forma nei primi anni di vita graze ai genitori.

Freud afferma che anche nella fase infantile l’inconscio è dominato dal piacere che tende ad emergere molto di più rispetto a quando si è più grandi. Infatti, man mano che si cresce si arriva poi al principio di realtà, ossia alla presa di coscienza dell’io sul fatto che non deve farsi sottomettere dall’inconscio, ma si deve dominare l’eros e il thanatos.
Per Freud la sessualità infantile si divide in diverse fasi:
- Fase orale: da 0 a 1 anno. Ha come zona la bocca in cui il bambino tende a focalizzare tutto in bocca;
- Fase anale: da 1 anno e mezzo a 3 anni. Ha come zona erogena l’ano ed è collegata alle funzioni escrementizie;
- Fase fallica: dai 3 ai 6 anni: c’è un’attrazione verso il genitore del sesso opposto, superata grazie al genitore. In questa fase si forma il super-io;
- Fase di latenza: dai 6 a 11 anni. Declino della sessualità infantile fino alla pubertà.
- Fase puberale: dagli 11 anni in poi.
- Fase adulta.
Non direttamente Freud, ma sua figlia parlò dei cosiddetti meccanismi di difesa, ovvero quei
comportamenti che l’io assume quando si oppone e cerca di tenere a bada l’eros e il thanatos. Fra questi vi sono:
- Rimozione: inconsapevole cancellazione di un ricordo, di un’esperienza che il soggetto ha vissuto come angosciante;
- Formazione reattiva: sentimenti opposti e contrari a ciò che si prova realmente;
- Isolamento: si dimentica un ricordo negativo;
- Sublimazione: le forze vengono soddisfatte convogliandole lungo una direzione migliore, per far si che non escano così come sono.

Per Freud le nevrosi possono essere curate con una terapia caratterizzata da:
- Lapsus verbali: dire una parola al posto di un’altra è sintomo di una preoccupazione;
- Associazioni libere: lasciar parlare liberamente il paziente in modo che fra le parole pronunciate si formino associazioni con il materiale rimosso;
- Interpretazione dei sogni: i sogni sono l’appagamento nascosto di un desiderio rimosso. Non ci sono simboli predefiniti, uguali per tutti, per interpretare i sogni, ma ogni sogno viene interpretato in base al vissuto del paziente. Il sogno manifestato è quello che non ricordiamo, mentre il sogno latente è l’oggetto della censura onirica, che non lo fa emergere così come è.

Kierkegaard


Info Biografiche

  • nasce a Copenhagen nel 1813 
  • educazione molto legata alla fede cristiana 
  • critiche alla chiesa danese
  • muore a Copenhagen nel 1855  
Pensiero Filosofico 

Il pensiero di Kierkegaard è profondamente immerso nella cultura della Danimarca del suo tempo, permeata dall'ascendente di Hegel e dell’idealismo. 
Kierkegaard è il precursore dell'Esistenzialismo, il quale si oppone alla filosofia di Hegel, secondo la quale l’esistenza dell’uomo è parte integrante dell’essenza.
Per Kierkegaard l’esistenza è al di fuori dell’essenza: l’esistenza è concreta, l’essenza è universale.
L’esistenza quindi non compete alle essenze universali, ma al Singolo, all'Individualità.

L'elaborazioni filosofiche di Kierkegaard furono segnate da uno stile personale che abbandonava il rigore del linguaggio filosofico e la sua pretesa oggettività. Difatti, le caratteristiche della sua filosofia furono: 


  • L’esistenza: l’importanza assegnata all'esistenza concreta degli uomini. È il singolo, l’individuo fatto di carne e ossa, con le sue esigenze e i suoi dubbi a costituire l’oggetto della sua ricerca. Kierkegaard abbandona ogni pretesa astrazione generalizzante, ogni necessità e si concentra unicamente sulle scelte e le opportunità della persona concreta.

  • La possibilità: la centralità del criterio della possibilità, concepita come la cifra caratteristica dell’esistenza umana. Per Kierkegaard è “possibilità-che-sì” ma anche, al tempo stesso, “possibilità-che-non”. Con ciò il filosofo intende dire che ogni scelta, ogni opportunità che si presenta all'uomo, impone sempre che se ne scartino altre. C’è un rischio ineliminabile in ogni opportunità esistenziale che porterà lo stesso filosofo all'immobilismo.

  • La riflessione soggettiva e la storia: una rivalutazione della riflessione soggettiva, appassionata, in cui l’uomo viene inserito nel contesto in cui vive senza garanzie e senza sapere o sperare di poter percorrere una strada già segnata. La storia, secondo Kierkegaard, è il risultato dell’azione incerta, casuale e problematica dell’individuo.

  • L’aut-aut: il credere che la vita, nel suo farsi, sia sempre caratterizzata da una scelta che obbliga ad un “aut-aut” (o-o).
Nell'opera Aut-Aut Kierkegaard presenta i primi due stadi esistenziali, cioè le due alternative di vita che si presentano come scelte inconciliabili all'uomo: o l’una o l’altra, senza nessuna soluzione di continuità o tentativo di mediazione. 
Il primo stadio analizzato è quello della vita estetica: è il modo di vivere in cui l’uomo rifiuta la banalità, la monotonia, l’impegno ma ricerca solo e soltanto il piacere inebriante dell’avventura e dell’attimo intenso e fugace. 
L'emblema di questo stadio è la figura del Don Giovanni: un uomo mai pago delle sue conquiste amorose. Il significato del Don Giovanni è l'incapacità di stringere delle relazioni sociali e sentirsi appagato, per questo motivo vive una vita senza fare scelte. 
Questo stadio è il preludio della noia e poi della disperazione. 
Scegliendo la strada della scelta l'individuo abbandona la vita estetica per abbracciare la vita etica.

La vita epica si fonda sulla scelta, sull'essere protagonisti di un compito e di portarlo avanti con costanza. Emblema di questo stadio è il buon marito, l’impiegato in cui l’individuo decide di abbracciare un “modello” di comportamento e la “normalità”. All'eccezionalità dello stadio etico sopraggiunge la routine. Tuttavia, anche questo stadio è destinato a condurre l’uomo alla disperazione e all'angoscia in quanto l’individuo, seguendo “ciò che va fatto”, non riesce davvero a realizzare la propria singolarità ma si abbandona al conformismo e all'anonimato. La tranquilla e modesta vita che ha scelto, inoltre, non appagano la sua voglia di infinito. La vita etica termina allorquando l’uomo realizza di non poter superare la sua natura di essere peccaminoso. Si sente, cioè, al cospetto di Dio, un essere insufficiente, incapace di essere assolutamente buono. Dunque, si pente. E solo allora, accettando per fede che Dio possa comunque salvarci dai nostri peccati, è pronto ad entrare nell'ultimo stadio. 


giovedì 13 febbraio 2020

Nietzsche

Info generali


  • Periodo storico 1844-1900 Germania
  • Opere: Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno, La gaia scienza, Al di là del bene e del male 
  • Prese spunto da Schopenhauer 
  • Ha ispirato le teorie naziste 


Il pensiero di Friedrich Nietzsche è complesso: gli  stili attraverso cui si esprime comprendono l’utilizzo di trattati, aforismi, poesie in prosa.
Il suo pensiero filosofico si può raggruppare in quattro fasi:   

  1. La fase giovanile:  predomina l’interesse e l’ammirazione per il filosofo Schopenhauer e il musicista Wagner. In cui scrive l’opera "La nascita della tragedia dallo spirito della musica"(1872).
  2. La fase intermedia: ripudia i precedenti ispiratori e fa prevalere un approccio di tipo “scientifico” che comprende Umano, troppo umano (1878-1880) e La gaia scienza (1882).
  3. La fase di Zarathustra con l’opera Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno (1883-1885).
  4. La fase finale, che comprende gli scritti degli ultimi anni tra cui Genealogia della morale (1887) ed Ecce homo (1888).                                                                                                  

Nella sua prima fase, Friedrich Nietzsche vuole celebrare il trionfo della vita e la sua accettazione più totale e completa. 
Davanti alla crudeltà, alla sofferenza, all'incertezza dell’esistenza Nietzsche decide di essere un discepolo di Dioniso, il dio delle passioni sfrenate e dell'ebrezza che si differenzia da Apollo, dio dell'ordine e della razionalità.   

Nella seconda fase della sua filosofia, Nietzsche è mosso dal proposito di liberare la mente degli uomini dal super naturale.
 La critica a quest’ultima disciplina filosofica si concretizza nella nota espressione della “morte di Dio”.  
Secondo Nietzsche, Dio è “la nostra più lunga menzogna”, è la personificazione di tutte le varie certezze attraverso cui l’umanità ha dato un senso rassicurante al caos della vita. 
È l'insieme delle credenze create dall'uomo per far fronte alla paura del caos della vita e della mancanza di una guida benefica .
Dio e la credenza in un mondo ultraterreno rappresentano una fuga dall’esistenza, una “inimicizia alla vita” a cui il filosofo contrappone la sua visione dionisiaca.

Con l’espressione "Dio è morto", Nietzsche intende il termine delle certezze che hanno guidato gli uomini per millenni. La morte di Dio non è un evento compiuto, bensì è in corso ed è annunciato dal cosiddetto “uomo folle” (il filosofo) mentre il resto dell’umanità non ne è ancora pienamente consapevole. 

Il trauma causato dalla morte di Dio è l'avvenimento che precede l’avvento del superuomo. Solo chi ha preso coscienza e accetta che non esistono più menzogne rassicuranti, infatti, può riuscire a rapportarsi genuinamente alla realtà e progettare la sua esistenza in modo libero e al di là di ogni costruzione metafisica. 

Il superuomo

La terza fase della filosofia di Friedrich Nietzsche si apre dunque con le alternative che si aprono con
la morte di Dio: l’avvento dell’ “ultimo uomo” o del “superuomo”. A parlare è ora il profeta del superuomo, Zarathustra, che esclama: «Morti sono tutti gli dei: ora vogliamo che il superuomo viva». 

Per quanto Nietzsche si sforzi di cercare dei precursori (nell’aristocrazia antica o in Napoleone, ad esempio), il superuomo è un concetto filosofico che si colloca nel futuro: corrisponde all’idea di un uomo nuovo, oltre e diverso da ciò che conosciamo. La stessa parola tedesca che utilizza Nietzsche è Ubermensch che può essere tradotta anche con “oltreuomo”, cioè di un uomo oltre l’uomo esistente.   
Il superuomo di Nietzsche incarna un modello in cui si condensano e trovano rappresentazione tutti i temi della sua filosofia.
Le caratteristiche che possiede, infatti, sono:   
  • l’accettazione della dimensione dionisiaca dell’esistenza, della “morte di Dio” e della fine delle certezze: l’uomo nuovo rimane “fedele alla terra” e al suo corpo, non più prigioni o temporanei passaggi prima della vita vera ultraterrena, ma le uniche realtà in cui estrinsecare la propria essenza
  • Secondo Nietzsche tutti gli eventi del mondo si ripresentano sempre identici a se stessi infinite volte. Pur essendo difficile stabilire con certezza cosa sia effettivamente questa teoria (se una metafora o una verità cosmologica), il suo significato è chiaro e differenzia nettamente l’uomo dal superuomo: mentre il primo reagisce con terrore alla prospettiva di un eterno ripetersi degli eventi, il secondo la accoglie con gioia. Tale reazione scaturisce dalla prospettiva di vivere la vita come un qualcosa di “creativo” che ha in sé il proprio appagamento, di non ricercare in un “oltre” questo mondo la felicità e il proprio senso. In sintesi: vivere la vita come se tutto si dovesse ripetere all’infinito.
  • la capacità di mettere in discussione la morale, giudicata come “l’istinto del gregge nel singolo” (cioè le norme stabilite dalla società) e l’accettazione della fatica e del rischio di
    realizzarsi come nuova fonte di valori e di significati.
  • il porsi come “volontà di potenza”. 
  • Quest’ultima, per Friedrich Nietzsche, coincide con la vita stessa nel suo continuo espandersi. Il superuomo, infatti, vive nel continuo oltrepassamento di sé stesso, nel creare e progettare la sua esistenza in modo libero e al di là di ogni schema costituito. In questo è un artista: stabilisce un senso di fronte al caos del mondo e si libera dal peso del tempo e del passato.

La figura di Friedrich Nietzsche è stata spesso associata alla cultura nazista, soprattutto per opera della sorella che, curandone l’eredità filosofica dopo la morte, ne ha spesso deformato il pensiero. Famosa è, a tal proposito, la visita di Hitler nel 1933 all’Archivio Nietzsche.