mercoledì 18 marzo 2020

Freud

Info biografiche

  • Moravia 1856, genitori ebrei 
  • Neurologo 
  • lavora con Breuer al caso di Anna O.
  • fonda la psicoanalisi 

Pensiero filosofico 


Per Freud l’apparato psichico si suddivide in tre parti:
- es: si tratta dell’inconscio della nostra psiche, il quale è dominato dall’eros, ossia da forze libidiche, irrazionali, con lo scopo di ottenere gratificazioni. Dopo aver visto l’abitudine dell’uomo a compiere gli stessi errori anche dannosi, capì che l’eros era affiancato dal thanatos, una pulsione distruttiva e di morte.
- Io: si tratta del conscio della nostra psiche, il quale cerca di bilanciare il soggetto con l’ambiente circostante. Presiede il movimento e la lignua e reprime le forze.
- Super io: si tratta della coscienza morale, ossia l’insieme delle regole morali ed etiche. Essa si forma nei primi anni di vita graze ai genitori.

Freud afferma che anche nella fase infantile l’inconscio è dominato dal piacere che tende ad emergere molto di più rispetto a quando si è più grandi. Infatti, man mano che si cresce si arriva poi al principio di realtà, ossia alla presa di coscienza dell’io sul fatto che non deve farsi sottomettere dall’inconscio, ma si deve dominare l’eros e il thanatos.
Per Freud la sessualità infantile si divide in diverse fasi:
- Fase orale: da 0 a 1 anno. Ha come zona la bocca in cui il bambino tende a focalizzare tutto in bocca;
- Fase anale: da 1 anno e mezzo a 3 anni. Ha come zona erogena l’ano ed è collegata alle funzioni escrementizie;
- Fase fallica: dai 3 ai 6 anni: c’è un’attrazione verso il genitore del sesso opposto, superata grazie al genitore. In questa fase si forma il super-io;
- Fase di latenza: dai 6 a 11 anni. Declino della sessualità infantile fino alla pubertà.
- Fase puberale: dagli 11 anni in poi.
- Fase adulta.
Non direttamente Freud, ma sua figlia parlò dei cosiddetti meccanismi di difesa, ovvero quei
comportamenti che l’io assume quando si oppone e cerca di tenere a bada l’eros e il thanatos. Fra questi vi sono:
- Rimozione: inconsapevole cancellazione di un ricordo, di un’esperienza che il soggetto ha vissuto come angosciante;
- Formazione reattiva: sentimenti opposti e contrari a ciò che si prova realmente;
- Isolamento: si dimentica un ricordo negativo;
- Sublimazione: le forze vengono soddisfatte convogliandole lungo una direzione migliore, per far si che non escano così come sono.

Per Freud le nevrosi possono essere curate con una terapia caratterizzata da:
- Lapsus verbali: dire una parola al posto di un’altra è sintomo di una preoccupazione;
- Associazioni libere: lasciar parlare liberamente il paziente in modo che fra le parole pronunciate si formino associazioni con il materiale rimosso;
- Interpretazione dei sogni: i sogni sono l’appagamento nascosto di un desiderio rimosso. Non ci sono simboli predefiniti, uguali per tutti, per interpretare i sogni, ma ogni sogno viene interpretato in base al vissuto del paziente. Il sogno manifestato è quello che non ricordiamo, mentre il sogno latente è l’oggetto della censura onirica, che non lo fa emergere così come è.

Kierkegaard


Info Biografiche

  • nasce a Copenhagen nel 1813 
  • educazione molto legata alla fede cristiana 
  • critiche alla chiesa danese
  • muore a Copenhagen nel 1855  
Pensiero Filosofico 

Il pensiero di Kierkegaard è profondamente immerso nella cultura della Danimarca del suo tempo, permeata dall'ascendente di Hegel e dell’idealismo. 
Kierkegaard è il precursore dell'Esistenzialismo, il quale si oppone alla filosofia di Hegel, secondo la quale l’esistenza dell’uomo è parte integrante dell’essenza.
Per Kierkegaard l’esistenza è al di fuori dell’essenza: l’esistenza è concreta, l’essenza è universale.
L’esistenza quindi non compete alle essenze universali, ma al Singolo, all'Individualità.

L'elaborazioni filosofiche di Kierkegaard furono segnate da uno stile personale che abbandonava il rigore del linguaggio filosofico e la sua pretesa oggettività. Difatti, le caratteristiche della sua filosofia furono: 


  • L’esistenza: l’importanza assegnata all'esistenza concreta degli uomini. È il singolo, l’individuo fatto di carne e ossa, con le sue esigenze e i suoi dubbi a costituire l’oggetto della sua ricerca. Kierkegaard abbandona ogni pretesa astrazione generalizzante, ogni necessità e si concentra unicamente sulle scelte e le opportunità della persona concreta.

  • La possibilità: la centralità del criterio della possibilità, concepita come la cifra caratteristica dell’esistenza umana. Per Kierkegaard è “possibilità-che-sì” ma anche, al tempo stesso, “possibilità-che-non”. Con ciò il filosofo intende dire che ogni scelta, ogni opportunità che si presenta all'uomo, impone sempre che se ne scartino altre. C’è un rischio ineliminabile in ogni opportunità esistenziale che porterà lo stesso filosofo all'immobilismo.

  • La riflessione soggettiva e la storia: una rivalutazione della riflessione soggettiva, appassionata, in cui l’uomo viene inserito nel contesto in cui vive senza garanzie e senza sapere o sperare di poter percorrere una strada già segnata. La storia, secondo Kierkegaard, è il risultato dell’azione incerta, casuale e problematica dell’individuo.

  • L’aut-aut: il credere che la vita, nel suo farsi, sia sempre caratterizzata da una scelta che obbliga ad un “aut-aut” (o-o).
Nell'opera Aut-Aut Kierkegaard presenta i primi due stadi esistenziali, cioè le due alternative di vita che si presentano come scelte inconciliabili all'uomo: o l’una o l’altra, senza nessuna soluzione di continuità o tentativo di mediazione. 
Il primo stadio analizzato è quello della vita estetica: è il modo di vivere in cui l’uomo rifiuta la banalità, la monotonia, l’impegno ma ricerca solo e soltanto il piacere inebriante dell’avventura e dell’attimo intenso e fugace. 
L'emblema di questo stadio è la figura del Don Giovanni: un uomo mai pago delle sue conquiste amorose. Il significato del Don Giovanni è l'incapacità di stringere delle relazioni sociali e sentirsi appagato, per questo motivo vive una vita senza fare scelte. 
Questo stadio è il preludio della noia e poi della disperazione. 
Scegliendo la strada della scelta l'individuo abbandona la vita estetica per abbracciare la vita etica.

La vita epica si fonda sulla scelta, sull'essere protagonisti di un compito e di portarlo avanti con costanza. Emblema di questo stadio è il buon marito, l’impiegato in cui l’individuo decide di abbracciare un “modello” di comportamento e la “normalità”. All'eccezionalità dello stadio etico sopraggiunge la routine. Tuttavia, anche questo stadio è destinato a condurre l’uomo alla disperazione e all'angoscia in quanto l’individuo, seguendo “ciò che va fatto”, non riesce davvero a realizzare la propria singolarità ma si abbandona al conformismo e all'anonimato. La tranquilla e modesta vita che ha scelto, inoltre, non appagano la sua voglia di infinito. La vita etica termina allorquando l’uomo realizza di non poter superare la sua natura di essere peccaminoso. Si sente, cioè, al cospetto di Dio, un essere insufficiente, incapace di essere assolutamente buono. Dunque, si pente. E solo allora, accettando per fede che Dio possa comunque salvarci dai nostri peccati, è pronto ad entrare nell'ultimo stadio.