giovedì 13 febbraio 2020

Nietzsche

Info generali


  • Periodo storico 1844-1900 Germania
  • Opere: Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno, La gaia scienza, Al di là del bene e del male 
  • Prese spunto da Schopenhauer 
  • Ha ispirato le teorie naziste 


Il pensiero di Friedrich Nietzsche è complesso: gli  stili attraverso cui si esprime comprendono l’utilizzo di trattati, aforismi, poesie in prosa.
Il suo pensiero filosofico si può raggruppare in quattro fasi:   

  1. La fase giovanile:  predomina l’interesse e l’ammirazione per il filosofo Schopenhauer e il musicista Wagner. In cui scrive l’opera "La nascita della tragedia dallo spirito della musica"(1872).
  2. La fase intermedia: ripudia i precedenti ispiratori e fa prevalere un approccio di tipo “scientifico” che comprende Umano, troppo umano (1878-1880) e La gaia scienza (1882).
  3. La fase di Zarathustra con l’opera Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno (1883-1885).
  4. La fase finale, che comprende gli scritti degli ultimi anni tra cui Genealogia della morale (1887) ed Ecce homo (1888).                                                                                                  

Nella sua prima fase, Friedrich Nietzsche vuole celebrare il trionfo della vita e la sua accettazione più totale e completa. 
Davanti alla crudeltà, alla sofferenza, all'incertezza dell’esistenza Nietzsche decide di essere un discepolo di Dioniso, il dio delle passioni sfrenate e dell'ebrezza che si differenzia da Apollo, dio dell'ordine e della razionalità.   

Nella seconda fase della sua filosofia, Nietzsche è mosso dal proposito di liberare la mente degli uomini dal super naturale.
 La critica a quest’ultima disciplina filosofica si concretizza nella nota espressione della “morte di Dio”.  
Secondo Nietzsche, Dio è “la nostra più lunga menzogna”, è la personificazione di tutte le varie certezze attraverso cui l’umanità ha dato un senso rassicurante al caos della vita. 
È l'insieme delle credenze create dall'uomo per far fronte alla paura del caos della vita e della mancanza di una guida benefica .
Dio e la credenza in un mondo ultraterreno rappresentano una fuga dall’esistenza, una “inimicizia alla vita” a cui il filosofo contrappone la sua visione dionisiaca.

Con l’espressione "Dio è morto", Nietzsche intende il termine delle certezze che hanno guidato gli uomini per millenni. La morte di Dio non è un evento compiuto, bensì è in corso ed è annunciato dal cosiddetto “uomo folle” (il filosofo) mentre il resto dell’umanità non ne è ancora pienamente consapevole. 

Il trauma causato dalla morte di Dio è l'avvenimento che precede l’avvento del superuomo. Solo chi ha preso coscienza e accetta che non esistono più menzogne rassicuranti, infatti, può riuscire a rapportarsi genuinamente alla realtà e progettare la sua esistenza in modo libero e al di là di ogni costruzione metafisica. 

Il superuomo

La terza fase della filosofia di Friedrich Nietzsche si apre dunque con le alternative che si aprono con
la morte di Dio: l’avvento dell’ “ultimo uomo” o del “superuomo”. A parlare è ora il profeta del superuomo, Zarathustra, che esclama: «Morti sono tutti gli dei: ora vogliamo che il superuomo viva». 

Per quanto Nietzsche si sforzi di cercare dei precursori (nell’aristocrazia antica o in Napoleone, ad esempio), il superuomo è un concetto filosofico che si colloca nel futuro: corrisponde all’idea di un uomo nuovo, oltre e diverso da ciò che conosciamo. La stessa parola tedesca che utilizza Nietzsche è Ubermensch che può essere tradotta anche con “oltreuomo”, cioè di un uomo oltre l’uomo esistente.   
Il superuomo di Nietzsche incarna un modello in cui si condensano e trovano rappresentazione tutti i temi della sua filosofia.
Le caratteristiche che possiede, infatti, sono:   
  • l’accettazione della dimensione dionisiaca dell’esistenza, della “morte di Dio” e della fine delle certezze: l’uomo nuovo rimane “fedele alla terra” e al suo corpo, non più prigioni o temporanei passaggi prima della vita vera ultraterrena, ma le uniche realtà in cui estrinsecare la propria essenza
  • Secondo Nietzsche tutti gli eventi del mondo si ripresentano sempre identici a se stessi infinite volte. Pur essendo difficile stabilire con certezza cosa sia effettivamente questa teoria (se una metafora o una verità cosmologica), il suo significato è chiaro e differenzia nettamente l’uomo dal superuomo: mentre il primo reagisce con terrore alla prospettiva di un eterno ripetersi degli eventi, il secondo la accoglie con gioia. Tale reazione scaturisce dalla prospettiva di vivere la vita come un qualcosa di “creativo” che ha in sé il proprio appagamento, di non ricercare in un “oltre” questo mondo la felicità e il proprio senso. In sintesi: vivere la vita come se tutto si dovesse ripetere all’infinito.
  • la capacità di mettere in discussione la morale, giudicata come “l’istinto del gregge nel singolo” (cioè le norme stabilite dalla società) e l’accettazione della fatica e del rischio di
    realizzarsi come nuova fonte di valori e di significati.
  • il porsi come “volontà di potenza”. 
  • Quest’ultima, per Friedrich Nietzsche, coincide con la vita stessa nel suo continuo espandersi. Il superuomo, infatti, vive nel continuo oltrepassamento di sé stesso, nel creare e progettare la sua esistenza in modo libero e al di là di ogni schema costituito. In questo è un artista: stabilisce un senso di fronte al caos del mondo e si libera dal peso del tempo e del passato.

La figura di Friedrich Nietzsche è stata spesso associata alla cultura nazista, soprattutto per opera della sorella che, curandone l’eredità filosofica dopo la morte, ne ha spesso deformato il pensiero. Famosa è, a tal proposito, la visita di Hitler nel 1933 all’Archivio Nietzsche. 

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